domenica 29 agosto 2010

Missioni varie

Il weekend sta trascorrendo tranquillo. Ordino la mia stanza, stiro i vestiti tirati fuori dalle valigie, e penso alle cose da fare. Ecco le tre missioni principali per le prossime settimane.

MISSIONE LINGUA - La missione no. 1: imparare lo svedese!
Vabbè, così forse suona un po' pretenzioso... Meglio dire: iniziare a studiare lo svedese. Si sta rivelando un'impresa più difficile di quel che sembra. Non tanto per la difficoltà della lingua, quanto per la burocrazia universitaria. Dato che lavoro all'università e lì un corso di lingua svedese per principianti esiste, mi tornerebbe comodo frequentare quello. Purtroppo però (anche se in realtà per fortuna) non sono uno studente. E siccome questo corso formalmente risulta un corso universitario, devo essere idonea ("eligible") per essere iscritta a un'università svedese, e per ottenere questo riconoscimento dovrei mandare tutti i miei documenti ufficialmente tradotti in svedese o inglese o tedesco o francese (l'italiano, ohimè, non lo considerano) per posta ordinaria a un paesino nel nord della Svezia (Strömsund) dove si trova l'ufficio centrale competente. Vorrebbero pure i transcript di tutti i miei esami universitari! Io non so più neanche dove ce l'ho quella roba! Insomma, così non è una cosa fattibile. Spero tanto nel mio potere di convincimento e soprattutto in quello di Filippo che probabilmente sarà più efficace. In fin dei conti non voglio i crediti, non voglio fare l'esame e non voglio alcun certificato.
In ogni caso pure senza corso di lingua studierò lo svedese, ho deciso. Prima di tutto vado sempre in giro con un quaderno in borsa e mi segno tutto quello che vedo scritto per strada, sui cartelli, sugli edifici, sui negozi. Vorrei capire quello che vedo intorno a me, e ho già imparato diverse parole con questo metodo. Poi ho trovato un corso online per principianti. Intanto inizio quello, poi speriamo di risolvere il problema del corso in settimana.

MISSIONE PALLAVOLOMissione per la mia salute fisica (e mentale): trovare una squadra di pallavolo!
Amatoriale, ovviamente. Ho già scoperto che una squadra professionista femminile esiste ed è una delle più forti della Svezia. Negli ultimi vent’anni ha sempre vinto una medaglia ogni anno. Certo non è il mio caso, ma credo che abbiano guadagnato una tifosa. Sono curiosa anche del livello. (Sarà tipo la B1 italiana? Saprò dire dopo la prima partita che vedrò.)
Missione pallavolo-bis: recuperare il ginocchio. Questa è ovviamente la premessa. Perciò: provare la palestra del campus universitario che è gratis per gli studenti e per i dipendenti. Rigorosamente in funzione della riabilitazione del ginocchio però. Perché in realtà non le sopporto le palestre…

MISSIONE ARTE - Missione a tempo perso: scoprire ogni singolo pezzo di opera d’arte che nasconde questo posto!
E, per fortuna, ce ne sono. Certo il confronto con Firenze è assolutamente vietato! Mi interessa molto anche la storia della città e della Svezia in generale.

E per non lasciare questo post senza foto, ecco un omaggio a Firenze. Prima di partire per la Svezia ho passato due pomeriggi interi in giro per la città a fare delle foto, per avere qualche ricordo da guardare nel lungo inverno scandinavo. Ecco la mia preferita. Riconoscete che cosa ritrae? (Per i fiorentini è facile facile.)

sabato 28 agosto 2010

E l'esplorazione comincia!

Il mio primo weekend solitario in Svezia è cominciato con una bella giornata di sole oggi. Certo è durata poco, per la sera è arrivata la pioggia, e comunque non pensate a temperature alte come sono adesso in Italia. La massima qui è stata di 20 gradi. In ogni caso, stamattina si stava bene fuori e la città era piena di gente (con le dovute considerazioni, ovviamente). E mi sono approfittata dell'occasione per fare un giro in città e fare un po' di foto.

Già nei giorni precedenti avevo scoperto alcuni bei negozi, e adesso sono tornata a vederli meglio. Il mio preferito in assoluto è un negozio di dischi usati che odora di musica, anche se vende pure film. Tutto costa pochissimo, e adesso sta pure facendo i saldi (io ho speso 131 corone per 6 film, circa 14 euro). E' un locale pieno di LP, CD e DVD, gestito da un ragazzo pelato con la barba a pizzo che sembrava uscita da una rockband (lo vedete nella foto sullo sfondo). Quando sono andata a pagare i dvd mi ha dato un volantino di una fiera di dischi che sarà tenuta in un parco della città sabato prossimo (vedete anche questo nella foto). Bene! Ho già un programma per il mio secondo weekend solitario a Örebro! :)

Poi sono passata a una libreria a comprare un dizionario svedese. L'ho preso italiano-svedese, dato che ungherese-svedese non ce l'avevano (e così almeno poi lo potrà usare anche Gabriele). Mentre facevo la fila alla cassa mi sono accorta che la signora davanti a me si stava comprando due guide di Firenze. Devo dire che mi si è stretto il cuore. Ma poi a rallegrarmi ci ha pensato la cassiera che, vedendo i due libri italo-svedesi che stavo per pagare, mi ha chiesto in italiano: "Sei italiana?" E io: "Beh sì, quasi... più o meno... abbastanza... insomma... ungherese e italiana!" E' venuto fuori che lei invece era italiana del tutto. Del Friuli! Le ho detto che avevo visto l'altra signora comprare due guide di Firenze e, fieramente, che io avevo vissuto lì fino a una settimana fa. Non so se aveva intuito come poteva tirarmi su più facilmente, ma è stata molto efficace la sua risposta: "sì, si sente la cadenza". Non so se sapete, ma questa è una cosa che mi dicono ogni volta che vado fuori dalla Toscana, ma mai in Toscana. Sicuramente ho preso qualcosa dell'accento toscano, ma non tutto, quindi gli "indigeni" mi scoprono subito, mentre gli altri non se ne accorgono.

Conclusione della prima settimana: mi sto ambientando. E tutto sommato sto bene. Basta che non penso a Firenze.

sabato 21 agosto 2010

Gli albori di una nuova vita -ovvero- Siamo arrivati!

Dopo un viaggio lungo quattro giorni, giovedì sera siamo arrivati! Il percorso è stato: Firenze-Monaco-Berlino-Rostock-(traghetto)- Trelleborg-Örebro. Il viaggio è stato piovoso ed emozionante, e anche un po' triste per tutto quello che abbiamo lasciato alle spalle.
Un confronto che abbiamo potuto fare subito è che per lo stesso prezzo a Monaco abbiamo trovato una stanza decente, a Berlino una quasi di lusso, mentre in Svezia in un paesino distante da tutto una camera piena di ragni e piattole. Solo per illustrare la differenza dei prezzi... A favore della Svezia invece c'è da dire l'accesso gratuito a internet quasi ovunque. Mentre in Germania chiedevano fior di soldi per la connessione wireless in stanza, la rete gratuita l'abbiamo trovata subito sul traghetto verso la Svezia (gestito da una società svedese, la Scandlines), e poi, ovviamente, anche nell'alberguccio pieno di ragni in mezzo al nulla vicino a Trelleborg.

Ecco due foto scattate in Svezia in due città dove abbiamo fatto una sosta. (Meritavano entrambe!)

La facciata dell'edificio principale dell'Università di Lund:

(Qui stavano già arrivando le nuvole dopo una bella mattinata di sole.)

E un giardino pubblico a Jönköping:

Ho scoperto che Jönköping è la città d'origine della band Cardigans e città natale dell'illustratore di fiabe John Bauer (di quest'ultimo sembravano andare molto fieri in città).

giovedì 12 agosto 2010

Punto di partenza

La prossima settimana mi trasferisco. Ormai è fatto. Devo partire. Ma per capire dove sto andando devo prima di tutto chiarire da dove parto. E per me entrambe le questioni sono complicate. Ora ve lo spiego perché. Copio qui il testo di un post che ho scritto sull'altro blog il dicembre scorso, quando di trasferimento e di Svezia non si parlava ancora proprio. Così capite meglio anche il sottotitolo del mio blog. La mia identità sta per complicarsi ancora. O forse no.

Ecco il testo, intitolato "I miei due mondi":

Da qualche anno ormai che mi divido tra due mondi separati: tra i miei due paesi. Ogni volta che faccio un viaggio dall'Italia all'Ungheria o viceversa, parto da casa e arrivo a casa. E' una condizione alla quale mi sento sempre più attaccata, alla quale sarebbe sempre più pesante rinunciare. In Italia sono un'ungherese, in Ungheria ormai mi considerano una espatriata, italiana per adozione. Ho sostituito tante delle mie abitudini con lo stile di vita italiano, ragiono e sogno in due lingue, tutti e due i paesi mi fanno battere il cuore. E a volte ho la sensazione di aver proprio bisogno di questo mondo sdoppiato per sentire di vivere una vita vera e piena... Ho una doppia chiave di lettura: agli italiani rappresento il confronto con un paese dell'Europa dell'Est, agli ungheresi rappresento il confronto con l'Italia.
Tra i miei due mondi ci sono pochi punti di contatto. In Ungheria non conosco italiani, in Italia non frequento ungheresi (o comunque entrambi sono delle eccezioni). Nei rari momenti di contatto tra i miei due mondi la mia sensazione di avere una doppia vita si intensifica. E proprio in quei momenti che mi sento davvero fortunata ed incredibilmente arricchita da questa condizione...